venerdì 24 ottobre 2008

Dinamo: siamo alle solite

Terzo Torneo Autogestito “Campi Plebei” – Memorial Franco Scoglio
2° giornata, Giovedì 23 ottobre, Brescia, ore 22:00

Titograd FC - Dinamo Pagano 4-2 (0-0)

Formazione: Topone, Simonelli, Torbi, Dido, Stramy, Berli sr.
In panchina: Zenga
Marcatori: Berli sr, Simonelli

Cronaca

Al Titograd il derby. Una vittoria meritata, costruita col gioco e il possesso palla. E con un pizzico d’ansia per un risultato che c’ha messo mezz’ora per sbloccarsi. Minuto uno del secondo tempo. Palla al centro Dinamo. Zenga, palla al piede, la seppellisce tra tre uomini avversari. Così, perché era la cosa più facile da fare, quella che cagionava meno stress psicologico. Scatta il contropiede, il cross è basso, Jordan anticipa Simonelli e l’uscita di Topone. 1-0. Fino a quel momento era prevalso l’imperativo di non prenderle, applicato a menadito dal sei di Mr.Stramy. Si comincia con You’ll never walk alone, sparato dall’impianto bresciano. E coi tifosi del Titograd a spadroneggiare. Si comincia con Zenga fuori e Stramy sulla fascia. E con un palo titino. Il primo tempo è un monologo. Gioca solo il Titograd, sembra di assistere ad una riedizione dell’amichevole di lunedì. La Dinamo si lascia schiacciare, Topone sale in cattedra. In avanti, Berli prova ad affondare qualche accenno di pressing, ma è solo ed inutilizzabile. L’asse Juan-Berli Jr non è impeccabile, ma non lascia palle giocabili. Grandi assenti nella Dinamo: le fasce. Non si assiste ad un solo fraseggio, ad un solo triangolo, ad un dai-e-vai. Una regressione preoccupante, che ha spinto la dirigenza, a fine gara, a paventare qualche rinforzo. Molto dipenderà dalla gara di lunedì col Phone Center. La prima frazione si chiude con il Torbi che soffia palla a Juan e, solo dinanzi a Conte, manda sul palo esterno. Sarebbe stata la beffa, l’episodio che colora tutto di rosa e permette di ignorare i limiti, vistosissimi, dell’intera squadra: nessuna idea per alzare il baricentro, nessuna coscienza di sé sulle fasce, nessuno a supportare – di ruolo – il gioco in avanti. Difendersi ad oltranza, questa sembra la parola d’ordine di una equipe fondata sull’ambizioso obiettivo di centrare il quarto posto e i playoff. E si che la partita la si era raddrizzata: con un pretesto occasionale, una palla da fermo, un calcio d’angolo. La parabola a scavalcare tutti, Conte compreso, e Berli ad insaccare di testa. L’1-1 ha galvanizzato la Pagano per due minuti esatti: qualche palla in profondità, un accenno di dialogo tra Berli e Stramy, con Zenga a viaggiare a destra. Poi il nuovo blackout. In dieci minuti il Titograd realizza tre reti e chiude la partita. A nulla valgono la rete di Simonelli in percussione e i 15 minuti complessivi di recupero. La sconfitta, amara e meritata, lascia spazio alla meditazione. E al ridimensionamento del progetto.

Pagelle

Topone: non diciamo nulla di nuovo, ma senza di lui avremmo subito passivi ben più vistosi. Ora non sbaglia più neanche le uscite. Un vero peccato non sfruttarlo a pieno, magari come perno arretrato di un gioco più arioso e corale. 7
Stramy: evanescente sulla sinistra, dove proprio non riesce a dialogare con uno statico Torbi, più incisivo al centro, ancor di più in avanti, nella ripresa. Leggero. 5
Zenga: nervoso, teso, torna quello che conosciamo: si sbarazza del pallone appena può, senza la minima riflessione aggiuntiva; scatta nervosamente sulla fascia, ma senza un’idea d’affondo, senza sapere perché. Inconsapevole. 4
Torbi: fermo, occupa un po’ tutti i ruoli difensivi, schiacciato dal peso di una squadra che si lascia aggredire. La sua fascia è fuori servizio. Non azzecca un passaggio in fase di costruzione. Non perde un secondo a riflettere su dove piazzare la palla. 4,5
Dido: lotta dietro, ma la sua assenza si lascia sentire laddove servirebbe una spalla a Berli. Deve decidere. 5,5
Simonelli: preciso in fase di contenimento, ma questo ormai è un classico. Si lascia sfuggire due volte soltanto un buon Jordan. E quando serve ricorre al fallo tattico. I suoi lanci sono imprecisi, le sue percussioni troppo solitarie. 5,5
Berli: nel primo tempo funziona meglio da uomo-assist (due palle al Torbi), ma è completamente inutile, slegato dal resto della squadra. Nella ripresa, dopo il gol, si spegne progressivamente. 5-

4 commenti:

Peppe 81 ha detto...

Abbiamo perso. E diciamolo, molti se lo aspettavano. Ma a me a dato molto fastidio. Non gioco mai sapendo che "tanto perdiamo".
Non condivido le pagelle. Almeno non il 4 a Zenga, nel primo tempo tra i migliori.
Siamo stati insuperabili per 100 minuti, soffrendo e sacrificandoci, e solo 3-4 sbavature hanno portato al risultato finale. Il problema fasce è valido, manca la fase di costruzione e realizzazione.
Però è anche vero che non pressiamo mai, che facciamo le barricate non appena gli avversari recuperano palla e, in fase di possesso, rimaniamo schiacciati nella nostra metacampo. Non dico Zeman, ma alzare costantemente di 4-5 metri il baricentro potrebbe essere una soluzione.

A lunedì, per i 3 punti.

p.s. Il "paventato" rinforzo (quello con la maglia della Juve), causa incidente con la moto, ne avrà per qualche giorno, quindi è in forse nel caso dovesse servire lunedì.
In linea di massima, ha accettato l'offerta contrattuale sulla base del prestito con diritto di riscatto.

Peppe 81 ha detto...

Abbiamo perso. E diciamolo, molti se lo aspettavano. Ma a me a dato molto fastidio. Non gioco mai sapendo che "tanto perdiamo".
Non condivido le pagelle. Almeno non il 4 a Zenga, nel primo tempo tra i migliori.
Siamo stati insuperabili per 100 minuti, soffrendo e sacrificandoci, e solo 3-4 sbavature hanno portato al risultato finale. Il problema fasce è valido, manca la fase di costruzione e realizzazione.
Però è anche vero che non pressiamo mai, che facciamo le barricate non appena gli avversari recuperano palla e, in fase di possesso, rimaniamo schiacciati nella nostra metacampo. Non dico Zeman, ma alzare costantemente di 4-5 metri il baricentro potrebbe essere una soluzione.

A lunedì, per i 3 punti.

p.s. Il "paventato" rinforzo (quello con la maglia della Juve), causa incidente con la moto, ne avrà per qualche giorno, quindi è in forse nel caso dovesse servire lunedì.
In linea di massima, ha accettato l'offerta contrattuale sulla base del prestito con diritto di riscatto.

Anonimo ha detto...

Neppure io gioco mai a perdere.
Ma qua finisce che ci lodiamo a vuoto: sappiamo soffrire, sappiamo reggere, sappiamo rompere il gioco avversario.
Certo, non discuto.
Ma allora decidiamoci a scendere in campo per lo 0-0 ed io evito di rimanere oltre la linea della palla.
Contesti le pagelle, e ci sta.
Ma poi trovi come unica sbavatura il fatto che non riusciamo ad impostare. E ti pare niente!
Le fasce, ieri sera, sono state penose. Nessuna creatività - ma quella non c'è mai stata - e neppure la solita forza, il solito fiato, la solita corsa.
Regresso, in tutto.
Si può non penalizzare il singolo, certamente, ma voglio capire cosa si intende per essere tra i migliori.
Rispetto a che?
Qui continuiamo a girare attorno al problema, ma il punto è che con la palla tra i piedi bisogna assumersi responsabilità e ragionare, riflettere, alzare la testa.
E' il mio parametro-guida quando faccio i voti.

Berli

Anonimo ha detto...

In effetti, Berli ha ragione. I problemi di impostazione sono una zavorra per una squadra, non certo un dettaglio. Abbiamo, grazie a Topone, tenuto bene in fase difensiva, ma reggiamo perchè ci difensiamo di fatto con tutti gli effettivi. Ovvio che ripartire è difficile. Io, ad esempio, tendo a schiacciarmi sulla linea difensiva, perchè credo che serva quando sono gli altri ad attaccare.Penalizzando, di fatto, chi dovrebbe puntare la porta avversaria. Servirebbe maggiore qualità, ben vengano i rinforzi, due cursori, ad esempio, che possa rendere meno sterili le nostre sortite offensive e favorire una maggiore circolazione del pallone. Non è una bocciatura per nessuno, ovviamente, credo semplicemente che non abbiamo le qualità degli alti. DiDo