sabato 2 febbraio 2008

Il Metalurg travolto

Us Nuovo Metalurg - Speranzull FC 2-13

Formazioni

US Nuovo Metalurg: Tardio, Quita, Alessio, Zenga, Dido, Berli sr
Speranzull FC: portiere, difensore, Stramy, Leo, Quatrale, Savella, attaccante (*cambi)

Marcatori US Nuovo Metalurg: Zenga, Berli sr.

Note: Infortunio di Zenga.

Cronaca

Una Speranzull rafforzata, scesa in campo per vendicare l’andata, disputa la sua migliore partita e travolge un Metalurg dapprima blando, poi nervoso ed infine in inferiorità numerica.
Questa, in estrema sintesi, la cronaca di una partita dal risultato mai in bilico.
La Speranzull, senza Lorenzo e Ragno, schiera una formazione veloce, abituata a giocare di prima, che mette pressione all’avversario dal primo minuto. Il Metalurg lascia a Quita il ruolo di scendere sulla sinistra, e ad Alessio quello di tenere il centro della difesa ed impostare. Nulla di tutto ciò troverà riscontri nella realtà. La partita reale dura meno di venti minuti. Le squadre si affrontano a viso aperto, Dido – servito in corridoio – scavalca il portiere con un tocco sotto, ma mette fuori. Poi realizza Savella, chiudendo un triangolo prevedibile sul quale Zenga non chiude. E da una palla persa dallo stesso Zenga a centrocampo, nasce la sgroppata che – qualche minuto dopo – porta al due a zero. Su questo parziale la partita sale di tono. Il Metalurg osa di più. Un dialogo Dido-Berli porta ad un destro che sfila sotto il portiere in tuffo, ma viene salvato sulla linea da un ottimo Stramy. Sul calcio d’angolo successivo, ancora Berli incoccia da sottomisura, ma stavolta è il portiere a salvare. Il Metalurg si affaccia nella metà campo avversaria. Ma non trova un solo schema offensivo. Si sente l’assenza di Torbi. Tra gli avanti e il pacchetto di difesa, c’è il vuoto. Un vuoto che il solo Alessio tenta, vanamente, di ricucire, assumendosi in prima persona l’onere di salire. Dido e Berli fanno boa a centrocampo, istintivamente portati a coprire una retroguardia che pare malferma quanto non mai. A sinistra Quita non scende, ritrovandosi – dopo poco – ad assumere il ruolo di centrale. O di secondo centrale. A destra, Zenga è raccapricciante, terrorizzato dalla sfera come e peggio di qualche mese fa. Le occasioni che contano si sviluppano tutte sulla sua fascia, senza trovare contrasto o senza che il contrasto risulti rude, deciso. Al terzo gol della Speranzull, nato proprio da un mancato intervento su Savella, su cui pure lo stesso Zenga era in vantaggio, il nervosismo esplode. Ed è un accusarsi reciproco, furioso. Si è sbagliato l’approccio alla partita, ed ogni singolo bulgaro lo sa. Così come ognuno è consapevole della propria pessima prestazione individuale. E la miglior difesa, si sa, è l’attacco. Il quarto gol è ancora un assist dell’arabo, fornito al loro attaccante mentre risulta impegnato in una discussione con Alessio. E un minuto dopo il 5-0 chiude il sipario sul match, a più di quaranta minuti dal termine. Il Metalurg colpisce un palo con Berli, poi è lo stesso Zenga a realizzare su apertura, con un bel piatto all’incrocio. Dido gli fa i complimenti, quello lo manda a quel paese. Al sesto gol della Speranzull, Zenga esce. Teme uno strappo, non ce la fa a rientrare. In cinque contro sei, la sfida diventa ancora più assurda. La Speranzull si limita a provare gli schemi. L’umiliato Metalurg, come spesso accadeva nello scorso torneo, non reagisce più. Si perdono le tracce di Quita, salta l’equilibrio nervoso di Tardio. Comincia una nuova partita tra una squadra in allenamento e una di birilli. Una triste conclusione, per una sfida che meritava ben altro approccio.

Pagelle

Speranzull

Portiere: efficace quando serve, anche se non serve quasi mai. 6
Difensore: arcigno, finanche cattivo, in copertura. Fa salire la squadra, più di Leo. Gestisce molti palloni e lo fa con precisione. 7
Stramy: ottima gestione dello spazio difensivo, anche se stavolta non ha molto da difendere. Si diletta nell’impostare. Non riesce a realizzare la sua rete personale. Ma serve di tacco l’assist del tredicesimo gol. E tiene il conto del punteggio. 6,5
Quatrale: il solito gran lavoratore, si concede qualche preziosismo. Assist a dozzine. 7-
Leo: gioca da perno avanzato del centrocampo, smista palloni e si propone spesso avanti. Ma nel complesso, risulta il meno ispirato dei suoi. 6+
Savella: sempre pronto, servito spesso, fraseggia con chiunque e da chiunque riesce a ricevere assist. E realizzare. 7
Attaccante: non smette di correre fino all’80. Non riesce a realizzare molto, ma è sempre in buona posizione per dettare l’assist. I suoi dribbling liberano molti spazi. 7+

US Nuovo Metalurg

Tardio: un paio di interventi in uscita. Alla fine smette di lottare. 5
Quita: parte a sinistra, poi si ritrova al centro, poi scompare letteralmente dal campo. Occupa i primi 20’ a sperimentare un lancio tottiano, di prima con l’interno destro. I risultati non sono granché. In fase di contenimento, non ripete la prova della settimana scorsa. In fase d’impostazione, avanza palla al piede senza molte idee. 4
Alessio: ha il merito di crederci, di lottare fino all’ultimo. Lamenta un’assenza di profondità, e forse ha le sue ragioni. Ma le sue sortite offensive non danno frutti. Dietro tenta di dirigere una difesa scoordinata e scombinata. 5 per la volontà.
Zenga: quando capirà che il pallone da calcio non c’entra niente con quello di palla avvelenata; quando comprenderà che l’attaccante che si porta l’uomo non va servito, ma bisogna alzare la testa e guardare chi sta aggredendo gli spazi liberi; quando sarà convinto del fatto che bisogna tenersi una posizione, difendere qualcuno o qualcosa, avere un’idea di gioco nel calcio, allora sarà pronto per mettere a frutto le doti che pure ha. 2,5
Dido: si predispone ad una gara d’attacco, e raramente torna ad aggredire i portatori di palla avversari. Fallisce l’ipotetico 1-0, dialoga poco con chi gli sta intorno. Anche perché intorno, il più delle volte, non gli sta nessuno. Dalle fasce nessun aiuto. Con Berli ci litiga. 5Berli: aveva chiesto di ricevere radenti di spalle alla porta. Non ne riceve neanche uno. Un suo tiro è salvato sulla linea, l’altro da un gesto d’istinto. Ma già al ventesimo Quita lo accusa di essersi divorato “dieci gol”. Serve l’assist a Zenga per l’uno a zero, realizza il secondo, colpisce due pali. Ma risulta inutile e nervoso. 4,5

6 commenti:

Anonimo ha detto...

la speranzull non solo era rafforzata...ma anche incazzata! probabilmente contro questa squadra non ci sarebbe stata partita neanche all'andata. sono scesi in campo per i 3 punti già necessari, la stessa presenza di stramy (voluta a tutti i costi nonostante l'assenza annunciata?) testimonia di un loro ben diverso approccio al match.
I nostri limiti tecinici, tattici e mentali li conosciamo bene: imbarazzo con la palla tra i piedi, posizioni che saltano quando si sostituisce un assente che occupa un ruolo diverso, nervi a pezzi se le cose non girano come dovrebbero (ossia quando squadre avversarie arrendevoli ci consentono di esprimere la nostra unica arma: il gioco corale).
ora cerchiamo di maturare la stessa rabbia e la stessa concentrazione che i nostri avversari di ieri hanno dimostrato facendo tesoro della loro "partita storta", giocata contro di noi all'andata.
la vetta non è lontana, avanti fino alla vittoria!

P.S.appello ai compagni del METALURG e agli avversari delle COZZE: giochiamo la prossima alle ORE 21... se non ci uccide prima il freddo, sarà la sveglia a stroncarci!

Anonimo ha detto...

Si, la prossima partita è alle 21. Ma prima dovremo ricucire lo spogliatoio.
Ieri neppure una parola.
Dobbiamo sentirci e scegliere chi se la sente di giocare.
Lo spirito visto in campo ieri deve essere solo una pessima parentesi.

Berli sr.

Anonimo ha detto...

QUITA

Una premessa. La Speranzulli ci è nettamente superiore dal punto di vista tecnico. Ieri, ha mostrato di poterci surclassare anche dal punto di vista della corsa. In più, il loro approccio psicologico alla partita è stato più maturo. Probabilmente, avremmo perso anche giocando al massimo delle nostre possibilità. Di certo, però, non avremmo sbracato. Sarebbero state necessarie maggiori compattezza e lucinidità. Sul 2-0 fulminante, avremmo dovuto capire che era prioritario contenere e (tentare) di ripartire. Stando più vicini. Chiudendo gli spazi. Invece ci siamo incazzati, mandati a fanculo e disuniti. Dovremmo capire che a calcetto non esistono difesa, centrocampo e attacco. Esiste il collettivo. Ci si aiuta, senza sfanculamenti. Su questo faccio autocritica per primo.

PS Un palo l'ho preso anche io. Il voto in pagella, però, me lo sono guadagnato tutto. Concordo sulla tenacia mostrata da Alessio che forse merita qualcosa di più del 5.

Anonimo ha detto...

Si, Quita... hai ragione. Ma la lezioncina di etica del calcetto lascia il tempo che trova. C'era una fascia completamente sguarnita e Zenga, diciamo, non era in serata. Il reparto difensivo era completamente in balia di quel vuoto. (I primi tre gol sono venuti da lì, e anche il quinto e il sesto). Quale è stato il mio errore? Dire a Zenga che doveva riflettere sulla posizione, che doveva evitare di farsi terrorizzare dal pallone? E tu mi sei venuto addosso inventando di sana pianta 10 gol falliti... Se la difesa fa acqua, è ovvio che ai due che giocano avanti viene meno il coraggio, e tendono istintivamente a coprire. Penso di aver giocato più palloni dietro alla linea di centrocampo, che non avanti. A te avevo chiesto palloni giocabili, radenti, anche di spalle al difensore. Se parliamo di venirci incontro, allora cerchiamo di valutare tutto complessivamente.

Berli.

Anonimo ha detto...

QUITA

E' proprio quello che dovresti fare tu :-)
I due difensori, tra i quali il sovrascritto (quello che lasciando la fascia non presidiata si porta tutto intero il fardello di aver fatto perdere la squadra, ma vid nu poc), dovevano coprire sulla discesa di tre avversari alla volta. Di passaggi, all'inizio, ne abbiamo fatti tanti e precisi. Ripeto, all'inizio. Poi gli errori non si sono contati. Parlo per me. Il pallone era puntualmente perso dagli avanti: disuniti, distanti, troppo spesso fermi e incapaci di smarcarsi. La "lezioncina di etica del calcetto", che a quanto pare non fa breccia, sta in una cosa semplice semplice: scaricare le responsabilità non serve a nulla, se non a creare un clima di cacca. E ribadisco: nelle ultime due partite, compresa l'ultima e infausta, di gol te ne sei mangiati parecchi. Me li divoro anche io, figuriamoci, ma non me la prendo più di tanto. Mi sa che per te non è lo stesso. Vabù, forzafò.

Anonimo ha detto...

Mi spiace, Quita, ma la memoria ancora mi regge: al minuto incriminato - quando mi hai accusato di essermi divorato 10 gol - avevo tirato in porta due volte: una palla è stata salvata sulla linea di porta, e l'altra è uscita. Non ti sentire attaccato: eri fuori posizione, senz'altro. Ma la fascia non presidiata era l'altra. Non so quali passaggi precisi e numerosi hai visto, all'inizio di cosa. Comunque, mi sa che noi due in campo non ci facciamo di sangue. Non si è creata alcuna affinità elettiva. Pazienza.

Berli.